Connettività
La possibilità di connettersi –alle reti, ad altri dispositivi, tra persone, alla propria casa e ai propri beni – quindi, anche di scambiare e inviare dati e valore, ha permesso a sempre più soggetti di avere una voce, di trovare risposta alle proprie domande, scambiare conoscenze, diversamente lavorare e guadagnare, rafforzare i rapporti con le proprie comunità di riferimento, facilitare i contatti al di là dei confini della geografia e dalla mobilità reale.
Non tutto il mondo è connesso, però. Ancora molto resta da fare per raggiungere la piena inclusione. Per conseguire questo obiettivo è necessaria la collaborazione di tutte le parti in campo – dai fornitori di tecnologia ai governi, dal mondo accademico alle attività produttive – e progettare ed ampliare le infrastrutture e poter estendere i benefici dell’accesso alla rete. E la produzione normativa è di gran lunga più lenta dello sviluppo tecnologico che è chiamata a regolare.
In ogni caso, un numero sempre più elevato di consumatori connessi impone un ripensamento dei luoghi fisici della fruizione di beni e servizi, dei luoghi di lavoro e di quelli dell’interazione. Significa ripensare le modalità delle transazioni di acquisto, consegna di merci e beni e di quelle con cui si prende cura della persona, della salute, del tempo libero e del benessere.
A queste opportunità si contrappongono altrettanto sentite necessità di sicurezza e di contrasto delle nuove frodi, non solo economiche ma anche riguardanti la propria identità, il diritto di fruire di informazioni veritiere e di poter proteggere e vedere “al sicuro” i propri dati sensibili, tanto quelli personali quanto quelli aziendali.
Riemerge con forza il valore della fiducia, proprio perché sempre meno presente in una realtà che, per “eccesso” di velocità e deficit di trasparenza, quotidianamente solleva il dubbio di essere manipolata dalle decisioni riguardanti i consumi, fino a quelle delle scelte politiche e di governo.