IMPRESE COME DIFENDERSI DALLA SVALUTAZIONE DEL RUBLO

marketude Armando Ambrosio, Giuseppe Cristiano, Mosca, Nella stampa, Roberto A. Jacchia, Societario e commerciale

«Abbiamo molte imprese clienti che lavorano in Russia e per il momento nessuna di loro ha deciso di ritirarsi dal Paese – rassicura Roberto Jacchia, senior partner dello studio De Berti Jacchia –. Anche se le esportazioni hanno subito un forte rallentamento e molti dei progetti in fase pre-negoziale sono fermi».
Di fronte alla svalutazione e alla volatilità di una moneta, il calo dell’export è solo uno dei rischi nei quali possono incappare le aziende. Come spiega Armando Ambrosio, partner dello studio De Berti Jacchia, «le varie criticità dipendono dalle diferenti fasi di contrattazione, dalla conclusione delle trattative (esposizione da quotazione) fino all’esposizione da fatturazione». Per salvaguardarsi, un’azienda può, fra le altre cose, «prevedere nel contratto con altre società russe l’uso di clausole di salvaguardia monetaria, per preissare il cambio entro una data precisa e mantenere il tasso definito.
O, in alternativa, issare un parametro di riferimento sul quale calcolare il tasso di cambio rispetto al valore di un determinato bene o moneta o di un paniere di valute stabilite dalle parti», aggiunge Ambrosio.
A livello inanziario, evidenzia Giuseppe Cristiano, partner dello stesso studio, «le aziende possono anche stipulare vari contratti di hedging, in modo da tutelarsi rispetto alle oscillazioni valutarie. Questi possono essere di tipo forward, un contratto di compravendita avente come sottostante un’attività inanziaria (valuta); open, cioè la messa nero su bianco del diritto di acquistare o vendere il sottostante a prezzo preissato a scadenza; currency rate swap, lo scambio di capitale e interessi espressi in una divisa contro capitale e interessi espressi in un’altra, e future, l’impegno di scambio di un attività inanziaria (valuta) a scadenza a prezzo preissato».

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