LA CRISI UCRAINA E IL PROGETTO “REPOWEREU

marketude Diritto Europeo e della Concorrenza, Marco Stillo, Prospettive, Pubblicazioni, Roberto A. Jacchia, Sostenibilità, Ucraina e sanzioni internazionali

Alla luce dell’evolversi della crisi ucraina[1], in data 8 marzo 2022 la Commissione ha presentato “REPowerEU”[2], il nuovo piano per affrancare l’Unione dai combustibili fossili russi ben prima del 2030 e rafforzare la resilienza del sistema energetico europeo.

La proposta trova la sua ratio nel fatto che, sebbene negli ultimi anni la produzione interna di fonti energetiche rinnovabili sia aumentata sensibilmente, il calo della produzione unionale di carbone, lignite e gas fa sì che l’Unione continui a dipendere in misura rilevante dalle importazioni di gas, petrolio e carbon fossile. Nonostante gli approvvigionamenti di gas siano sufficienti fino alla fine dell’inverno del 2022 anche in caso di interruzione totale dei flussi dalla Russia, per essere pronti ad affrontare il prossimo inverno sarà necessario che tutta l’Unione inizi sin da subito a rifornirsi di gas da fonti nuove. Di conseguenza, dando seguito alle proposte legislative del 15 dicembre 2021 volte a rafforzare il quadro per la sicurezza dell’approvvigionamento di gas con misure mirate per coordinare lo stoccaggio e consentire appalti comuni di scorte strategiche[3], la Commissione intende presentare, da un lato, una proposta legislativa entro aprile per assicurare un livello annuale di stoccaggio adeguato[4] e, dall’altro, aumentare la resilienza del sistema energetico diversificando le fonti di approvvigionamento, aumentando le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) e via gasdotti da fornitori non russi, al tempo stesso promuovendo l’uso di biometano e idrogeno rinnovabile.

Il progetto “REPowerEU” si fonda pertanto su due pilastri.

In primo luogo, diversificare gli approvvigionamenti di gas, grazie all’aumento delle importazioni da fornitori non russi e all’aumento dei livelli di biometano e idrogeno. Più particolarmente, l’Unione potrebbe importare 50 miliardi di m3 di GNL in più all’anno da altri Stati terzi[5] e risparmiare ulteriori 10 miliardi di m3 all’anno sulle importazioni di gas russo attraverso la diversificazione delle fonti via gasdotto. Per raddoppiare l’obiettivo per il biometano previsto nel c.d. “pacchetto Pronti per il 55 %”[6], che porterebbe la produzione a 35 miliardi di m3 all’anno entro il 2030, inoltre, gli Stati Membri dovrebbero destinare parte della dotazione finanziaria dei piani strategici della Politica Agricola Comune (PAC) al biometano prodotto da biomassa sostenibile, in particolare, da rifiuti e residui agricoli. Aggiungendo 15 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile ai 5,6 già previsti dal “pacchetto Pronti per il 55 %”, infine, sarà possibile sostituire annualmente 25-50 miliardi di m3 di gas russo importato entro il 2030, andando così ben oltre gli obiettivi della Strategia europea per l’idrogeno[7] e massimizzando la produzione interna.

In secondo luogo, ridurre più rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili nell’edilizia, nell’industria e a livello di sistema grazie a miglioramenti dell’efficienza energetica, a maggiori quote di energie rinnovabili e al superamento dei “colli di bottiglia” infrastrutturali. Più particolarmente, intensificando la diffusione dei sistemi fotovoltaici su tetti e lastrici fino a produrre 15 TWh l’Unione potrebbe risparmiare ulteriori 2,5 miliardi di m³ di gas, mentre raddoppiando il ritmo annuale pianificato d’installazione delle pompe di calore nella prima metà di tale periodo gli apparecchi installati nei prossimi cinque anni diverrebbero 10 milioni, consentendo un risparmio di gas pari a 12 miliardi di m3 ogni 10 milioni di pompe di calore domestiche installate. Secondo la Commissione, inoltre, è necessario, da un lato, accelerare la diffusione nei settori industriali di soluzioni innovative basate sull’idrogeno e dell’energia elettrica rinnovabile, competitiva in termini di costi e, dall’altro, rafforzare le capacità produttive dell’Unione per la fabbricazione di apparecchiature innovative a zero o basse emissioni di carbonio.

Tutto ciò, tuttavia, sarà possibile solamente a valle della semplificazione delle procedure amministrative, che rappresentano uno degli ostacoli principali agli investimenti nelle rinnovabili e nelle relative infrastrutture. Di conseguenza, secondo la Commissione, gli Stati Membri dovrebbero, da un lato, recepire rapidamente la Direttiva sulle energie rinnovabili[8] e il Regolamento sulle reti transeuropee dell’energia[9] e, dall’altro, censire, valutare ed assicurare la disponibilità di zone terrestri e marine adatte alla realizzazione di progetti di energia rinnovabile, in funzione dei rispettivi piani nazionali per l’energia e il clima, dei contributi all’obiettivo riveduto per il 2030 in materia di rinnovabili e di altri fattori quali la disponibilità di risorse, l’infrastruttura di rete e gli obiettivi della Strategia europea sulla biodiversità[10].

La proposta della Commissione potrebbe segnare un punto di non ritorno nelle vicende legate al progetto “Nord Stream 2[11] che, da lungo tempo, continuano a generare tensioni tra Unione Europea e Federazione Russa, anche alla luce delle recenti decisioni delPresidente dell’Ufficio per la tutela della concorrenza e dei consumatori polacco (“UOKiK”)[12] e della Corte Regionale di Düsseldorf (Oberlandesgericht Düsseldorf)[13] che hanno agli effetti pratici condotto alla paralisi di quel progetto. “REPowerEU”, infatti, dovrebbe garantire all’Europa una quantità di energia elettrica da fonti rinnovabili e gas sufficiente ad accelerare la decarbonizzazione basata su un’elettrificazione più rapida e sul passaggio all’idrogeno, agevolando così le industrie europee e determinando, al contempo, un mutamento accelerato del mix energetico degli Stati Membri.

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[1] Per ulteriori informazioni si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.

[2] Com. Comm. COM(2022) 108 final del 08.03.2022, REPowerEU: azione europea comune per un’energia più sicura, più sostenibile e a prezzi più accessibili.

[3] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.

[4] Più particolarmente, la proposta disporrà che le infrastrutture di stoccaggio nel territorio dell’Unione siano riempite fino ad almeno il 90 % della capacità entro il 1º ottobre di ogni anno. Per rendere l’accumulo di riserve più attraente per gli operatori di mercato, inoltre, la Commissione proporrà l’incentivo di aumentare al 100 % il livello del rimborso.

[5] Ad esempio dal Qatar, dagli Stati Uniti, dall’Egitto, dall’Algeria e dal Giappone.

[6] Il pacchetto Pronti per il 55% è un insieme di proposte volte a rivedere e aggiornare le normative dell’UE e ad attuare nuove iniziative al fine di garantire che le politiche dell’UE siano in linea con gli obiettivi climatici concordati dal Consiglio e dal Parlamento europeo.

[7] Com. Comm. COM(2020) 301 final del 08.07.2020, Una strategia per l’idrogeno per un’Europa climaticamente neutra.

[8] Direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, GUUE L 328 del 21.12.2018.

[9] Regolamento (UE) n. 347/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2013, sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee e che abroga la decisione n. 1364/2006/CE e che modifica i regolamenti (CE) n. 713/2009, (CE) n. 714/2009 e (CE) n. 715/2009, GUUE L 115 del 25.04.2013.

[10] Com. Comm. COM(2020) 380 final del 20.05.2020, Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030.

[11] Il Nord Stream 2 è il nuovo gasdotto destinato a collegare Russia e Germania attraverso il Baltico e che, bypassando completamente gli Stati baltici, quelli di Visegrad, l’Ucraina e la Bielorussia, risultava inviso a diversi Stati Membri in quanto, da un lato, avrebbe potuto aumentare la dipendenza dell’Unione dalle forniture energetiche russe e, dall’altro, avrebbe ridotto drasticamente il potere contrattuale degli Stati dell’Europa centrale e orientale in caso di contenzioso con la Russia, che avrebbe avuto a disposizione una rotta di approvvigionamento alternativa.

[12] Per ulteriori informazioni si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.

[13] Per ulteriori informazioni si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.