La Corte di Giustizia europea restringe i criteri per ottenere indennizzi. Servono prove concrete di pregiudizio, stop a richieste automatiche e risarcimenti per lievi disagi
L’introduzione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) ha rappresentato una pietra miliare per la protezione dei dati personali nell’Unione Europea e nel mondo. Oltre a fornire regole rigorose per il trattamento dei dati, il GDPR riconosce infatti ai cittadini europei il diritto di ottenere un risarcimento in caso di violazione delle norme, come sancito dall’articolo 82 del Regolamento. In questo contesto, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) continua a giocare un ruolo cruciale nel definire i contorni di tale previsione normativa.
Articolo di Jacopo Piemonte e Federico Aluigi pubblicato su Agenda Digitale.