In data 29 febbraio 2024, il Parlamento ha approvato l’Accordo di partenariato economico (Economic Partnership Agreement, EPA) stipulato tra Unione Europea e il Kenya, che accelererà significativamente il commercio di merci e creerà nuove opportunità economiche, incrementando così lo sviluppo e la cooperazione tra le due parti.
Le relazioni con gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Organisation of African, Caribbean, and Pacific Group of States, OACP)[1] sono disciplinate dal c.d. “Accordo di Cotonou”[2], nell’ambito del quale l’Unione ha negoziato diversi EPA che hanno dato il via ad una progressiva liberalizzazione del commercio di beni e servizi, in conformità con le norme stabilite dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization, WTO). Più particolarmente, l’Unione ha avviato i propri rapporti con il Kenya e gli Stati della Comunità dell’Africa Orientale (East African Community, EAC)[3] nel 2014 attraverso la conclusione di un primo EPA[4], che tuttavia non aveva trovato applicazione a causa di opinioni contrastanti in merito ai suoi effetti sull’economia di questi ultimi. Data l’importanza commerciale del Kenya[5], i negoziati erano successivamente ripresi, concludendosi in data 18 dicembre 2023 con la firma del nuovo EPA, che mira ad attuare le disposizioni dell’accordo precedente e sarà aperto alla futura adesione di altri Stati EAC.
Per quanto riguarda il commercio e gli investimenti, l’EPA prevede una liberalizzazione asimmetrica degli scambi. Mentre, infatti,l’Unione liberalizzerà pienamente l’accesso al suo mercato a tutte le merci keniote, ad eccezione delle armi, senza dazi o contingenti, il Kenya aprirà gradualmente il suo mercato alle importazioni dall’Unione, tenendo conto dei diversi livelli di sviluppo e beneficiando pertanto sia di periodi transitori che dell’esclusione di diversi prodotti sensibili[6]. I dazi, tuttavia, potranno essere reintrodotti laddove un aumento delle importazioni di una delle due parti disturbi o minacci di perturbare le rispettive economie. Conformemente al Regolamento sull’accesso al mercato dell’Unione[7], inoltre, le norme di origine definiranno i prodotti ammissibili alle preferenze commerciali nell’ambito dell’EPA, con un nuovo protocollo in materia che sarà negoziato al più tardi entro i primi cinque anni dall’attuazione di quest’ultimo. Le norme in materia doganale, infine, agevoleranno gli scambi tra le parti, promuovendo così una maggiore cooperazione tra le autorità keniote ed europee.
Per quanto riguarda l’agricoltura, l’EPA promuove uno sviluppo agricolo sostenibile che comprenda, tra le altre cose, la sicurezza alimentare e nutrizionale, lo sviluppo rurale, l’uso e la gestione sostenibili delle risorse naturali e culturali nonché la creazione di reddito e di posti di lavoro, di modo che l’Unione non applichi sovvenzioni all’esportazione anche in tempi di crisi del mercato, impegnando così entrambe le parti ad approfondire il dialogo politico in materia. L’EPA, inoltre, prevede un maggior impegno in materia di misure sanitarie e fitosanitarie (Sanitary and phytosanitary measures, SPS) nonché di salute e igiene degli animali.
L’EPA disciplina anche questioni in materia di lavoro, uguaglianza di genere e ambiente. Nello specifico, l’accordo prevede il rispetto e la promozione dei diritti fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (International Labour Organization, ILO) nonché l’attuazione degli standard e degli obiettivi delle Nazioni Unite per prevenire la discriminazione di genere e sostenere l’emancipazione delle donne. Entrambe le parti, inoltre, dovranno dar seguito ai rispettivi impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile, pena l’attivazione di uno specifico meccanismo di risoluzione delle controversie che comprende anche una c.d. “fase di conformità”, di talché la parte ritenuta in violazione dei propri impegni dovrà informare tempestivamente in che modo attuerà la relazione di un apposito panel ed eseguirla entro un certo periodo di tempo.
L’EPA, infine, prevede l’istituzione, da un lato, di organismi ministeriali, alti funzionari e tecnici per guidare, sostenere e sorvegliare la sua attuazione nonché, dall’altro, di un comitato consultivo in cui si riuniranno regolarmente rappresentanti della società civile dell’Unione e del Kenya.
[1] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.
[2] Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall’altro, firmato a Cotonu il 23 giugno 2000, GUUE L 317 del 15.12.2000.
[3] Ossia Kenya, Tanzania, Uganda, Burundi, Somalia, Rwanda, Sud Sudan e Congo.
[4] Disponibile al seguente LINK.
[5] L’Unione è infatti il secondo partner commerciale del Kenya nonché il suo mercato d’esportazione più importante.
[6] Quali vini e bevande spiritose, prodotti chimici, materie plastiche, abbigliamento, calzature, prodotti ceramici e articoli in vetro.
[7] Regolamento (UE) 2016/1076 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’8 giugno 2016, recante applicazione dei regimi per prodotti originari di alcuni Stati appartenenti al gruppo degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) previsti in accordi che istituiscono, o portano a istituire, accordi di partenariato economico, GUUE L 185 del 08.07.2016.