«Negli ultimi anni ho seguito prevalentemente operazioni di delisting, peraltro alcune relative a società che si erano quotate solo di recente», dice Paolo Barbanti Silva partner di De Berti Jacchia Franchini Forlani.
«Mi riferisco, in particolare, a CFT, che dopo essere stata quotata sul mercato Egm (ex -Aim) mediante lo strumento della Spac, nel 2022 è stata oggetto di Opa con delisting da parte di un soggetto industriale, e, nel 2023, a Prima Industrie, anch'essa oggetto di Opa e delisting con acquisto del controllo da parte di fondi di private equity. Nel 2021 avevo seguito l'aumento di capitale di Cattolica Assicurazioni, ma anch'essa è stata successivamente oggetto di Opa da parte di Assicurazioni Generali e poi delisting.
I numerosi delisting degli anni scorsi erano dovuti alle condizioni di mercato particolarmente favorevoli, essendo i corsi azionari particolarmente bassi, e all'esigenza di soggetti industriali o dei fondi di investimento di sottrarsi a una regolamentazione particolarmente onerosa e penalizzante.
L'attuale fase di crescita azionaria, legata anche alle aspettative di ribasso dei tassi di interesse, unita agli interventi normativi a favore dello sviluppo dei mercati finanziari, potrebbero fare ripartire la stagione delle lpo (che, in realtà, non si è mai spenta ma che è stata oscurata dai numerosi delisting) nel 2024».
Sulle novità legislative in divenire, Barbanti Silva aggiunge: «vedo con particolare interesse la disciplina del voto plurimo e del voto maggiorato, che potrebbero convincere gli imprenditori a rivolgersi al mercato dei capitali piuttosto che al mercato bancario o del debito, in quanto tali strumenti possono permettere il mantenimento del controllo da parte dei soci di riferimento senza rinunciare all'apporto di risorse di equity che favorirebbero la crescita delle imprese.
Allo stesso modo, l'ampliamento della definizione di PMI e la possibilità di dematerializzare anche le quote di S.r. l . potrà favorire l'accesso al mercato dei capitali anche a quelle piccole e medie imprese con sono la spina dorsale del nostro sistema industriale.
A livello Ue il Listing Act in parte si sovrappone al ddi capitali, e questo potrebbe portare a una situazione di incertezza normativa che, come spesso capita in questi casi, non giova alla crescita economica. Lo stesso ddl capitali prevede, tuttavia , che nei mesi successivi alla sua approvazione, sia effettuato un riordino complessivo del Testo Unico della Finanza, per cui questo potrebbe essere l'occasione per un'armonizzazione complessiva anche alla luce della normativa comunitaria. Inoltre, una maggiore uniformità delle normative dei singoli paesi può favori re lo sviluppo di vero mercato unico dei capitali a livello europeo, con il superamento del nanismo che ci caratterizza rispetto ad altre economie e la possibilità anche per le imprese italiane di attingere a maggiori fonti di finanziamento della propria crescita».