I RISTORANTI ITALIANI SONO PET FRIENDLY?

marketude Agri-Food, Barbara Calza, Compliance, In the Press, Publications

La normativa italiana in materia è altamente variegata e piuttosto confusa.

A livello nazionale, il regolamento di Polizia veterinaria (art. 83 lettera d) DPR. 320/54) prevede che i cani possono accedere ai luoghi aperti al pubblico solo se tenuti al guinzaglio o con la museruola.

Nel corso degli anni, poi, ciascun comune ha emanato regolamenti comunali al riguardo, i cosiddetti “Regolamenti comunali per la tutela ed il benessere degli animali” in base ai quali può essere consentito o vietato l’accesso degli animali domestici nei luoghi pubblici e in quelli aperti al pubblico, ristoranti compresi. Conseguentemente, il contesto nazionale si è sempre più arricchito di una serie di delibere locali e disomogenee, rispondenti a criteri sempre diversi.

Nel tentativo di uniformare la disciplina e superare tutti quei provvedimenti territoriali che spesso impedivano l’accesso ai cani alle parti comuni dei locali per motivi igienico-sanitari, nel 2013 il Ministero della Salute ha approvato il manuale stilato dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE), di fatto consentendo quindi l’accesso ai cani nei bar, ristoranti, ecc. se muniti di guinzaglio e museruola, riprendendo così quanto già stabilito all’art. 83 del Regolamento di Polizia Veterinaria del 1954 ma, mantenendo invece fermo il divieto di accesso nei locali di produzione e deposito degli alimenti (es. cucine), come stabilito anche dal Regolamento CE n.852/2004, il cui scopo è quello di impedire le contaminazioni degli alimenti stessi, imponendo quindi un divieto assoluto di accesso a qualsiasi tipo di animale (compresi quelli domestici) in zone in cui vengono stoccate le materie prime e nelle zone di lavorazione in cui vi è la manipolazione degli alimenti fino al servizio.

Articolo di Barbara Calza pubblicato su Ristorazione Italiana Magazine

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