«L'impressione è che nella prima fase all'inizio della guerra le sanzioni siano state irrogate troppo in fretta, con motivazioni vaghe e non circostanziate», spiega Armando Ambrosio, partner responsabile della sede di Mosca dello Studio legale De Berti Jacchia. Una fretta evidenziata dalle due sentenze della Corte di Giustizia nel marzo scorso. «Nel caso di Nikita Mazepin - nota Ambrosio - il ricorso è stato accolto perché si è ritenuto che la sospensione dalle gare avrebbe creato un danno irreparabile a un pilota di F1, pregiudicandogli la carriera». Il ricorso di Violetta Prigozhina apre un'altra breccia: accusata di essere proprietaria della Concord Management and Consulting e di altre società del figlio, ha dimostrato di non esserlo più dal 2017. «I giudici hanno dovuto darle ragione - dice Ambrosio -. Essere la mamma di Prigozhin non costituisce elemento sufficiente per essere sanzionati».
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