In data 31 luglio 2023, la Commissione ha inviato una Comunicazione degli addebiti per informare Pierre Cardin e Ahlers dei risultati dell’indagine avviata il 31 gennaio 2022 sulla base delle risultanze di alcune ispezioni effettuate senza preavviso nel 2021 al fine di verificare se le due imprese operanti nel settore della moda avessero posto in essere accordi restrittivi della concorrenza incompatibili con l’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)[1].
Più particolarmente, secondo la Commissione Ahlers e Pierre Cardin avrebbero stipulato, per più di un decennio, accordi restrittivi coordinandosi per limitare la capacità degli altri licenziatari di quest’ultima e dei loro clienti di vendere prodotti a marchio “Pierre Cardin”sia offline che online, ostacolando così le importazioni parallele[2] nell’Unione nonché le vendite di tali prodotti a specifici gruppi di clienti. In questo modo, Ahlers avrebbe goduto di una protezione territoriale assoluta negli Stati coperti dai suoi accordi di licenza con Pierre Cardin nello Spazio Economico Europeo (SEE).
Pierre Cardin potrà ora esaminare i documenti a disposizione della Commissione, rispondere per iscritto e richiedere un’audizione orale per presentare le proprie osservazioni davanti ai rappresentanti di quest’ultima e delle autorità nazionali garanti della concorrenza. Dopodiché, laddove ritenga che vi siano prove sufficienti di un’infrazione, la Commissione potrà decidere di vietare il comportamento in questione e di infliggere a Pierre Cardin un’ammenda fino al 10% del suo fatturato mondiale annuo.
[1] Per ulteriori informazioni si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.
[2] Per “importazione” parallela si intende una situazione in cui dei prodotti sono importati da uno Stato Membro ad un altro utilizzando canali differenti dal network di distribuzione ufficiale stabilito dal produttore o licenziante.