SERVIZI DI STREAMING MUSICALE. LA COMMISSIONE INVIA UNA NUOVA COMUNICAZIONE DEGLI ADDEBITI ALLA APPLE

marketude Beni di consumo, Diritto Europeo e della Concorrenza, IT e TMT, Marco Stillo

In data 28 febbraio 2023, la Commissione ha inviato una nuova Comunicazione degli addebiti alla Apple Inc. (“Apple”) per chiarire le sue preoccupazioni in merito alle misure previste nell’App Store per i fornitori di streaming musicale.

La Comunicazione si inserisce nell’ambito delle due indagini antitrust che la Commissione aveva avviato in data 16 giugno 2020 nei confronti della Apple per verificare se i) le regole previste per gli sviluppatori relativamente alla distribuzione delle app tramite il suo App Store[1] potessero distorcere la concorrenza nel mercato dei servizi di streaming musicale e danneggiare così i consumatori, e ii) i termini, le condizioni e le altre misure previste per l’integrazione di Apple Pay sui dispositivi iOS/iPadOS fossero tali da falsare la concorrenza e ridurre le scelte dei consumatori[2].

Con la prima Comunicazione degli addebiti, in data 30 aprile 2021, la Commissione aveva rilevato che la Apple detiene una posizione dominante nel mercato della distribuzione di app di streaming musicale. Più particolarmente, l’App Store rappresenta l’unico canale attraverso cui gli sviluppatori di app possono raggiungere i consumatori che utilizzano i dispositivi mobili della Apple dotati del sistema operativo iOS, che formano così un “ecosistema chiuso” in cui quest’ultima controlla ogni aspetto dell’esperienza dell’utente su iPhone/iPad. Le regole della Apple, pertanto, distorcono la concorrenza aumentando i costi degli sviluppatori di app di streamingmusicale concorrenti, ciò che, a sua volta, comporta prezzi più alti per gli utenti che decidono di abbonarsi in-app sui dispositivi iOS. La Apple, inoltre, agisce come intermediario per tutte le transazioni IAP, assumendo il pieno controllo sul sistema di fatturazione nonché sulle comunicazioni per i competitors.

La nuova Comunicazione, che sostituisce quella precedente, chiarisce che la Commissione si concentrerà esclusivamente sulle restrizioni contrattuali che la Apple ha imposto agli sviluppatori di app e che impediscono loro di informare gli utenti di iPhone/iPadcirca eventuali opzioni di abbonamento alternative a prezzi inferiori. Nello specifico, la Commissione teme non solo che queste condizioni non siano né necessarie né proporzionate per il funzionamento dell’App Store su iPhone e iPad, e bensì anche che esse possano comportare costi maggiori per gli utenti che usufruiscono dei servizi di streaming musicale sui dispositivi mobili della Apple.

La Apple potrà ora esaminare i documenti a disposizione della Commissione, rispondere per iscritto e richiedere un’audizione orale per presentare le proprie osservazioni davanti ai rappresentanti di quest’ultima e delle autorità nazionali garanti della concorrenza. Dopodiché, laddove ritenga che vi siano prove sufficienti di un’infrazione, la Commissione potrà decidere di vietare il comportamento in questione alla Apple e di infliggerle un’ammenda fino al 10% del suo fatturato mondiale annuo.

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[1] Nello specifico i) l’obbligo di utilizzare il sistema di acquisti “IAP” (in-app purchase) per la distribuzione di contenuti digitali a pagamento, rispetto ai quali la Apple trattiene una percentuale pari a circa il 30% del corrispettivo pagato dall’utente, e ii) il divieto per gli sviluppatori di informare gli utenti in merito a forme di acquisto alternative, e più economiche, al di fuori delle app.

[2] Per ulteriori informazioni si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.