PORTABILITÀ DEI DATI E PIATTAFORMA WEOPLE. GOOGLE SOTTO INDAGINE PER ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE

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In data 5 luglio 2022, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un’istruttoria per verificare se Google abbia abusato della propria posizione dominante ostacolando l’interoperabilità nella condivisione dei dati presenti nella propria piattaforma con l’app “Weople” gestita dalla Hoda S.r.l. (“Hoda”), un operatore attivo in Italia che ha sviluppato una “banca di investimento dati”.

Weople consente ai suoi iscritti di immettere i propri dati in una sorta di conto/cassetta virtuale e di beneficiare di un guadagno ogni volta che le imprese li richiedono per lo svolgimento della loro attività di targhettizzazione della clientela o per altri fini. Più particolarmente, dopo essersi registrato, l’utente interessato a valorizzare i propri dati attraverso Weople conferisce una delega a favore di Hoda, affinché quest’ultima proceda a raccogliere i dati dell’utente disponibili nelle principali piattaforme internet o di erogatori di altri servizi e applicazioni digitali immettendoli in aree denominate “cassette di sicurezza”. A tale scopo, è necessario che l’interlocuzione fra Weople e la piattaforma avvenga attraverso un protocollo tecnologico che consenta un dialogo ed un aggiornamento continuo dei flussi di dati.

A partire dal maggio del 2019, la Hoda aveva avviato contatti con Google per individuare i meccanismi di interoperabilità necessari affinché l’utente Weople potesse trasferire i propri dati nel proprio account conformemente al Regolamento europeo sulla protezione dei dati (General Data Protection Regulation, GDPR)[1]. L’unica modalità offerta da Google agli utenti per richiedere e ottenere una copia dei loro dati, tuttavia, è attraverso Google Takeout, raggiungibile solo direttamente ed individualmente da ciascun utente Google e previa autenticazione tramite ID e password, una procedura articolata e complessa che scoraggia l’esercizio del diritto alla portabilità dei dati da parte degli utenti.

Secondo l’AGCM, pregiudicando l’esercizio, da parte dell’utente finale, di tale diritto, gli ostacoli frapposti da Google all’individuazione di meccanismi di interoperabilità idonei a rendere i dati presenti nella propria piattaforma disponibili a piattaforme alternative comportano un indebito svantaggio per i consumatori finali, limitando i benefici che costoro potrebbero trarre dalla valorizzazione dei loro dati personali. Tale condotta, inoltre, limita la possibilità di operatori alternativi di sviluppare forme innovative di utilizzo dei dati personali, consentendo così a Google di preservare la propria posizione dominante nello sfruttamento commerciale dei dati personali di cui essa dispone ed ostacolando lo sviluppo di una concorrenza basata sul merito.

Non consentendo l’individuazione di meccanismi agevoli di interoperabilità con la piattaforma Weople, Google abusivamente ostacolerebbe altresì l’emergere di servizi innovativi di valorizzazione dei dati personali degli utenti, comprimendo il loro diritto alla portabilità e pregiudicando in maniera considerevole le dinamiche concorrenziali in termini di livello dei servizi, varietà dell’offerta e diversificazione dei modelli di business, in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).

L’AGCM avrà tempo fino al 30 giugno 2023 per concludere l’istruttoria ed accertare se la condotta di Google integri un abuso di posizione dominante contrario alle norme europee di concorrenza.

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[1] Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE, GUUE L 119 del 04.05.2016. L’articolo 20 del Regolamento, intitolato “Diritto alla portabilità dei dati”, al paragrafo 2 dispone: “Nell’esercitare i propri diritti relativamente alla portabilità dei dati a norma del paragrafo 1, l’interessato ha il diritto di ottenere la trasmissione diretta dei dati personali da un titolare del trattamento all’altro, se tecnicamente fattibile…”.