In data 27 aprile 2022, la Commissione Europea ha illustrato[1] le misure che gli Stati Membri dovrebbero adottare prima dell’autunno al fine di gestire l’attuale fase della pandemia del coronavirus e prepararsi alla prossima.
L’iniziativa della Commissione trova la sua ratio nel fatto che sebbene, grazie alla vaccinazione diffusa, l’aumento dei contagi non sia più sinonimo di malattia grave o di morte come in passato, e sebbene la variante Omicron, attualmente dominante, sia meno grave rispetto a quelle precedenti, il calo dell’immunità e la possibile stagionalità invernale aumenteranno il rischio della comparsa e della diffusione di nuove varianti del virus. Poiché strategie di preparazione e risposta disomogenee rischiano di compromettere i benefici che il coordinamento delle misure di sicurezza sanitaria a livello europeo ha prodotto finora, la Commissione ha proposto un approccio uniforme per la gestione della pandemia nei prossimi mesi, di modo da agevolare il passaggio da una situazione di emergenza ad una, appunto, di gestione.
In primo luogo, la Commissione ha proposto di intensificare le vaccinazioni e le somministrazioni di dosi di richiamo, tenendo conto della circolazione simultanea del coronavirus e dell’influenza stagionale.
In secondo luogo, la Commissione ritiene necessario istituire sistemi di sorveglianza integrati non più basati sull’individuazione e la segnalazione di tutti i casi di coronavirus, e bensì sull’acquisizione di stime affidabili e rappresentative, utilizzando come modello quelli già esistenti relativi all’influenza stagionale e alle altre infezioni respiratorie. Secondo la Commissione, inoltre, è necessario assicurare che vengano raccolti campioni di virussufficienti per il monitoraggio dei ceppi virali e la rilevazione di eventuali nuove varianti. Tali sforzi, in particolare, verranno sostenuti attraverso il programma EU4Health[2] e la sua Autorità preposta alla risposta alle emergenze sanitarie (Health Emergency Response Authority, HERA).
In terzo luogo, ove attuati in modo tempestivo, gli interventi non farmacologici, come l’uso di mascherine, la ventilazione e il distanziamento fisico si sono rivelati efficaci nel rallentare la diffusione del coronavirus. Di conseguenza, gli Stati Membri dovrebbero predisporre dei piani per reintrodurre rapidamente tali interventi laddove la situazione epidemiologica nazionale o locale lo richieda, con l’obiettivo di proteggere i gruppi vulnerabili e le strutture di assistenza sanitaria.
Similmente, anche il certificato verde digitale[3] si è rivelato efficace nel fornire ai cittadini uno strumento affidabile in tutta l’Unione, prevenendo l’emergere di certificazioni nazionali diversificate. Essendo tuttavia stato introdotto come misura temporanea, secondo la Commissione gli Stati Membri dovrebbero rimuovere sia l’obbligo per i viaggiatori di presentare il certificato digitale, che le restrizioni per i viaggi all’interno e verso l’Unione non appena la situazione epidemiologica lo consentirà. Gli Stati Membri, inoltre, dovrebbero aderire alla piattaforma di scambio dei moduli di localizzazione dei passeggeri (Passenger Locator Form, PLF), che agevolerà notevolmente il lavoro e delle autorità nel caso in cui il tracciamento dei contatti dei passeggeri transfrontalieri torni nuovamente ad essere una priorità.
In quarto luogo, la Commissione ha lanciato una gara d’appalto nell’ambito dell’iniziativa EU FAB per la riserva di capacità di produzione di vaccini a mRNA e a vettore virale di recente creazione da utilizzare in caso di future emergenze sanitarie[4]. Garantire la resilienza delle catene di approvvigionamento per l’intera durata della pandemia, sia per quanto riguarda le contromisure mediche che i prodotti critici in tutti gli ecosistemi industriali, rimane infatti di vitale importanza.
In quinto luogo, la Commissione ha ribadito l’importanza della lotta contro la disinformazione e la cattiva informazione sui vaccini, che rischiano di minare una risposta efficace alla pandemia e la fiducia del pubblico nelle istituzioni sanitarie.
La Commissione, infine, ha incoraggiato gli Stati Membri a sostenere lo sviluppo della prossima generazione di vaccini e strumenti terapeutici, che dovrebbero offrire opzioni ulteriori e maggiormente efficaci, ivi inclusa una protezione più ampia, più robusta e più duratura contro il virus e la sua trasmissione. Parallelamente, la Commissione ha auspicato un rafforzamento della capacità degli Stati Membri di intraprendere ricerche e cooperare nella conduzione di sperimentazioni cliniche.
[1] Com. Comm. COM(2022) 190 final del 27.04.2022, COVID-19 – Sustaining EU Preparedness and Response: Looking ahead.
[2] Introdotto tramite lo strumento di emergenza Next Generation EU e dotato di un budget di circa 9,4 miliardi di euro, il programma persegue tre obiettivi, che verranno attuati in collaborazione con gli Stati Membri, ossia: i) la protezione dei cittadini europei dalle gravi minacce sanitarie a carattere transfrontaliero, ii) la disponibilità e l’accessibilità economica di farmaci, dispositivi medici e altri prodotti fondamentali per la gestione delle crisi, ed iii) un migliore accesso all’assistenza sanitaria. Per ulteriori informazioni si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.
[3] Per ulteriori informazioni si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.
[4] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.