SPRECHI ALIMENTARI. UN’OCCASIONE PERDUTA E NON SOLO

marketude Agro-alimentare, Barbara Calza, Nella stampa, Pubblicazioni, Società, Sostenibilità

Lo scorso 5 febbraio si è celebrata la 9° Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare; il tema dell’edizione 2021 è stata “One health, one earth. Stop food waste” , una giornata per sensibilizzare i cittadini, le istituzioni e gli operatori sull’importanza di prevenire gli sprechi . Non si tratta solo di un’occasione perduta; infatti, oltre alla concreta perdita del cibo in eccesso, ci sono altri sprechi, sui quali poco spesso ci si sofferma: lo spreco delle risorse necessarie per produrlo, dall’acqua alla terra, così come il lavoro di chi lo ha realizzato. Inoltre, se sprecato, il cibo ha un effetto dannoso sull’ambiente, essendo responsabile di una non irrisoria percentuale delle emissioni globali di gas serra. Stiamo parlando di tempo, soldi ed energia : tutte risorse che vengono utilizzate per produrre e preparare le pietanze. Che senso ha quindi sprecare tutte queste risorse e gettare il loro prodotto, il cibo, quando questo è ancora perfettamente commestibile? Fino al 2016 le procedure per le potenziali donazioni di cibo eccedente erano rese difficoltose da una rigida e complessa burocrazia. Dal 14 settembre 2016, però, data di entrata in vigore della Legge n. 166 del 19 agosto 1966, anche conosciuta come Legge Gadda, è stata introdotta in Italia una normativa specifica in tema di lotta agli sprechi alimentari (e farmaceutici). Una normativa che ha rivoluzionato il sistema di recupero di cibo (e farmaci) a fini di solidarietà, consentendo a commercianti, catene di distribuzione e ristoratori di conservare alimenti in buono stato che altrimenti andrebbero a finire nella spazzatura, donandoli invece ad organizzazioni che garantiscono pasti e medicinali ai meno abbienti.

Articolo di Barbara Calza pubblicato su Ristorazione Italiana Magazine

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