SICUREZZA E DIFESA COMUNE. IL CONSIGLIO APPROVA LA BUSSOLA STRATEGICA

marketude Compliance, Diritto Europeo e della Concorrenza, Marco Stillo, Prospettive, Pubblicazioni, Roberto A. Jacchia

In data 25 marzo 2022, il Consiglio Europeo ha approvato la Bussola Strategica per la Sicurezza e la Difesa (“Strategic Compass”)[1], il nuovo piano che, nel contesto geopolitico che è seguito alla crisi ucraina[2], fornisce orientamenti per il prossimo decennio definendo gli obiettivi, le azioni ed i mezzi necessari per rafforzare la resilienza dell’Unione nella prospettiva della sicurezza e della difesa comune entro il 2030.

Presentata in data 21 marzo 2022, la Bussola rappresenta una risposta concreta al ritorno della guerra in Europa ed alle sempre più complesse minacce alla sicurezza, che rendono necessario un incremento degli investimenti in materia di difesa e rafforzamento della posizione geopolitica dell’Unione. La proposta definisce la visione comune della politica di sicurezza e di difesa per i prossimi 5-10 anni, garantendo maggiore coerenza e finalità alle azioni già in corso e proponendone di ulteriori.

La Bussola copre tutti gli aspetti della politica di sicurezza e di difesa, strutturandosi attorno a quattro pilastri: azione, investimenti, partenariati e sicurezza.

Per quanto riguarda il primo pilastro, il Consiglio intende utilizzare appieno tutte le politiche e gli strumenti disponibili, ottimizzando le sinergie e le complementarità tra sicurezza interna ed esterna, tra sicurezza e sviluppo e tra dimensioni civile e militare della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC)[3].

In primo luogo, al fine di rispondere a minacce imminenti, o di reagire rapidamente a situazioni di crisi al di fuori dell’Unione, entro il 2025 sarà pienamente operativa una capacità di dispiegamento rapido che consentirà di proiettare una forza modulare sino ad un massimo di 5.000 militari in un ambiente ostile.

In secondo luogo, per garantire una maggiore flessibilità dei processi decisionali, senza tuttavia compromettere la solidarietà politica e finanziaria, entro il 2023 verranno stabilite le modalità pratiche di attuazione dell’articolo 44 TUE[4], di modo da consentire a gruppi di Stati Membri di pianificare e condurre missioni od operazioni nel quadro dell’Unione e sotto la supervisione politica del Consiglio.


In terzo luogo, il Consiglio intende rafforzare le missioni e le operazioni PSDC in ambito sia civile che militare, in particolare, i) adattando entro il primo semestre del 2022 l’attuale modello delle missioni militari per accrescerne l’efficacia sul campo, ii) rafforzando il sostegno reciproco tra le missioni e operazioni PSDC e quelle ad hoc a guida europea, e iii) adottando, entro il primo semestre del 2023, un nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC che accrescerà le capacità civili delle missioni PSDC giungendo a schierare sino a 200 esperti pienamente equipaggiati entro 30 giorni anche in ambienti complessi.

Infine, entro la fine del 2022 il Consiglio intende assumere nuovi impegni con l’obiettivo di rafforzare in modo sostanziale la mobilità militare, anche in termini di investimenti, e concordare un piano d’azione ambizioso, che comprenderà nuove azioni in settori specifici quali, tra gli altri, la digitalizzazione, il rafforzamento della cyber-resilienza delle infrastrutture di trasporto e dei relativi sistemi di supporto, nonché l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) e del trasporto aereo e marittimo per migliorare la mobilità militare interna ed esterna.

Per quanto riguarda il secondo pilastro, il Consiglio ha auspicato un aumento della resilienza dell’Unione per anticipare, individuare e rispondere efficacemente, da un lato, alle sempre più frequenti minacce di natura ibrida e transnazionali (quali il terrorismo e la proliferazione degli armamenti) e, dall’altro, ai rischi legati al clima e alle catastrofi naturali e provocate dall’uomo. Entro la fine del 2022, la capacità unica di analisi dell’intelligence dell’Unione (Single Intelligence Analysis Capacity, SIAC)[5] riesaminerà la situazione a livello europeo in stretta collaborazione con i servizi di intelligence degli Stati Membri, in vista di un ulteriore rafforzamento previsto entro il 2025. Per facilitare lo scambio di informazioni, inoltre, il Consiglio ha invitato le istituzioni, le agenzie e gli organi dell’Unione ad adottare al più presto norme e regole supplementari per garantire la cyber-sicurezza e la sicurezza delle informazioni. 


In secondo luogo, nel 2022 il Consiglio intende sviluppare due pacchetti di strumenti. Da un lato, quello contro le minacce ibride[6], che dovrebbe fornire un quadro per una risposta coordinata [7] interessante sia l’Unione che gli suoi Stati Membri, riunendo gli strumenti esistenti ed eventuali nuovi strumenti la creazione di gruppi di risposta rapida per sostenere le missioni e operazioni PSDC e gli Stati partner nel contrastare tali minacce. Dall’altro lato, quello contro la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte di attori stranieri, rafforzando la capacità dell’Unione di individuare, analizzare e rispondere alla minaccia.

In terzo luogo, il Consiglio intende definire ulteriormente la politica europea in materia di cyber-difesa[8] per individuare e scoraggiare gli attacchi informatici nonché proteggere i cittadini. Entro la fine del 2023, inoltre, il Consiglio intende adottare una strategia spaziale europea per la sicurezza e la difesa, convalidando il meccanismo di risposta alle minacce nel quadro di Galileo[9] entro la fine del 2022 ed esplorando la possibilità di ricorrere a meccanismi di solidarietà, di assistenza reciproca e di risposta alle crisi in caso di attacchi provenienti dallo spazio o di minacce per le risorse spaziali.

In quarto luogo, in vista della piena attuazione della tabella di marcia sui cambiamenti climatici e la difesa[10], entro la fine del 2023 gli Stati Membri elaboreranno strategie nazionali per preparare le loro forze armate al riguardo. Il Consiglio, inoltre, intende migliorare la capacità delle forze armate degli Stati Membri di dare supporto alle autorità civili in situazioni di emergenza, sia nella fase di pianificazione che in quella sul campo, potenziando il coordinamento a tutti i livelli attraverso esercitazioni reali congiunte che prevedano scenari di soccorso in caso di calamità ed assistenza umanitaria.

Il Consiglio, infine, intende intensificare il dialogo con i partner strategici e rafforzare ulteriormente la rete di esperti antiterrorismo dell’Unione, riesaminando gli strumenti e i programmi che contribuiscono a svilupparne le capacità.

Per quanto riguarda il terzo pilastro, pur riconoscendo il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati Membri, il Consiglio ritiene necessario aumentare e migliorare drasticamente gli investimenti nelle tecnologie innovative, sia a livello europeo che nazionale, superando le carenze critiche di capacità e rafforzando una base industriale e tecnologica di difesa europea resiliente, competitiva e innovativa in tutta l’Unione. Entro la metà del 2022, il Consiglio intende procedere ad uno scambio di elementi aggiornati in merito agli obiettivi nazionali di aumento e miglioramento della spesa per la difesa, al fine di rispondere alle esigenze in materia di sicurezza, massimizzare i risultati, aumentare l’interoperabilità e sfruttare appieno le economie di scala, anche attraverso un approccio coordinato e collaborativo. Entro il 2024, inoltre, sarà istituito un processo di sviluppo delle capacità civili per valutare le esigenze e svolgere un’analisi delle carenze con esame periodico dei progressi compiuti in linea con il nuovo patto sulla dimensione civile della PSDC[11].

In secondo luogo, nel prossimo decennio il Consiglio intende concentrare gli sforzi sulle capacità dette “di prossima generazione”, anche a livello di sistema e di sottosistemi, nei settori prioritari individuati dalla Coordinated Annual Review on Defense (CARD)[12], in particolare, quelli terrestre, marittimo, aereo, spaziale ed informatico. Il Consiglio, inoltre, metterà a punto ulteriori incentivi per stimolare gli investimenti collaborativi degli Stati Membri in progetti comuni e nell’approvvigionamento congiunto delle capacità di difesa collaborative, concentrando i lavori, tra le altre cose, i) su una proposta della Commissione per introdurre un’esenzione dall’IVA nei settori interessati, ii) su future proposte per nuove soluzioni di finanziamento, e iii) su eventuali modifiche del Regolamento sul Fondo europeo per la difesa (European Defense Fund, EDF)[13] per adeguare e rafforzare il regime dei bonus EDF per gli Stati Membri che si impegnano ad acquisire e/o detenere congiuntamente capacità di difesa in fase di sviluppo.

In terzo luogo, nel 2022 il Consiglio istituirà un polo di innovazione in seno all’Agenzia europea per la difesa (European Defence Agency, EDA), individuando le dipendenze strategiche nel settore della difesa e promuovendo ulteriormente la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione in tutta l’Unione al fine di ridurle per quanto riguarda le tecnologie e le catene del valore critiche. 


Per quanto riguarda, infine. il quarto pilastro, secondo il Consiglio i partenariati costituiscono uno strumento essenziale per sostenere l’ambizione dell’Unione di divenire un attore strategico globale. A partire dal 2022 il Consiglio intende approfondire ed ampliare ulteriormente sia la cooperazione con partner strategici quali, tra gli altri, la NATO, le Nazioni Unite, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Organization for Security and Co-operation in Europe, OSCE) e l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (Association of Southeast Asian Nations, ASEAN), sia sviluppare partenariati bilaterali più mirati con gli Stati che condividono gli stessi principi[14].

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[1] Disponibile al seguente LINK.

[2] Per ulteriori informazioni si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.

[3] Articolo 43 TUE dispone: “… Le missioni di cui all’articolo 42, paragrafo 1, nelle quali l’Unione può ricorrere a mezzi civili e militari, comprendono le azioni congiunte in materia di disarmo, le missioni umanitarie e di soc­corso, le missioni di consulenza e assistenza in materia militare, le missioni di prevenzione dei conflitti e di mantenimento della pace e le missioni di unità di combattimento per la gestione delle crisi, comprese le missioni tese al ristabilimento della pace e le operazioni di stabilizzazione al termine dei conflitti. Tutte queste missioni possono contribuire alla lotta contro il terrorismo, anche tramite il sostegno a paesi terzi per combattere il terrorismo sul loro territorio.

Il Consiglio adotta decisioni relative alle missioni di cui al paragrafo 1 stabilendone l’obiettivo, la portata e le modalità generali di realizzazione. L’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, sotto l’autorità del Consiglio e in stretto e costante contatto con il comitato politico e di sicurezza, provvede a coordinare gli aspetti civili e militari di tali missioni…”.

[4] L’articolo 44 TUE dispone: “… Nel quadro delle decisioni adottate in conformità dell’articolo 43, il Consiglio può affidare la realizzazione di una missione a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e dispongono delle capacità necessarie per tale missione. Tali Stati membri, in associazione con l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, si accordano sulla gestione della missione.

Gli Stati membri che partecipano alla realizzazione della missione informano periodicamente il Consiglio dell’andamento della missione, di propria iniziativa o a richiesta di un altro Stato membro. Gli Stati membri partecipanti investono immediatamente il Consiglio della questione se la realizza­ zione di tale missione genera conseguenze di ampia portata o se impone una modifica dell’obiettivo, della portata o delle modalità della missione stabiliti nelle decisioni di cui al paragrafo 1. In tal caso il Consiglio adotta le decisioni necessarie…”.

[5] La SIAC combina l’intelligence civile (EU INTCEN) e quella militare (EUMS Intelligence Directorate) per produrre valutazioni su tutte le fonti.

[6] Comm. Staff Working Document SWD(2020) 152 final del 24.07.2020, Mapping of measures related to enhancing resilience and countering hybrid threats.

[7] Quali ad esempio misure preventive, di cooperazione, di stabilizzazione, restrittive e di recupero.

[8] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.

[9] Si veda l’articolo 3 del Regolamento (UE) 2021/696 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 aprile 2021, che istituisce il programma spaziale dell’Unione e l’Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale e che abroga i regolamenti (UE) n. 912/2010, (UE) n. 1285/2013 e (UE) n. 377/2014 e la decisione n. 541/2014/UE, GUUE L 170 del 12.05.2021.

[10] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.

[11] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.

[12] La CARD è un processo di monitoraggio dei piani di difesa degli Stati Membri per aiutare a coordinare la spesa e identificare possibili progetti di collaborazione. Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.

[13] Regolamento (UE) 2021/697 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2021, che istituisce il Fondo europeo per la difesa e abroga il regolamento (UE) 2018/1092, GUUE L 170 del 12.05.2021.

[14] Ad esempio gli Stati Uniti, il Canada, la Norvegia, il Regno Unito e il Giappone.