LA COMMISSIONE PRESENTA LA NUOVA STRATEGIA PER UN SETTORE TESSILE PIÙ SOSTENIBILE E CIRCOLARE

marketude Andrea Palumbo, Consumatori e vendita al dettaglio, Diritto Europeo e della Concorrenza, Energia e Ambiente, Pubblicazioni, Roberto A. Jacchia, Sostenibilità

In data 30 marzo 2022, la Commissione Europea ha presentato una nuova strategia per rendere i prodotti tessili più sostenibili e circolari, agendo sul modo in cui essi sono progettati e consumati, al fine di renderli più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili.

La strategia è stata presentata come parte di un più ampio pacchetto di proposte dell’Unione volte ad incrementare la sostenibilità dei prodotti, così contribuendo al perseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo[1]. Nello specifico, la strategia sui prodotti tessili mira a garantire che entro il 2030 i prodotti tessili immessi sul mercato dell’Unione siano riciclabili e di lunga durata, realizzati per quanto possibile con fibre riciclate, prodotti nel rispetto dell’ambiente e dei diritti sociali, oltre che privi di sostanze pericolose.

Le azioni previste nell’ambito di tale strategia sono state illustrate da una comunicazione della Commissione[2], e intervengono su molteplici fronti.

In primo luogo, sono previsti nuovi requisiti dei prodotti tessili, che saranno introdotti tramite il nuovo regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili[3], la proposta legislativa presentata il 30 marzo 2022 dalla Commissione nell’ambito del nuovo pacchetto. Di particolare importanza sono i requisiti sulla composizione dei materiali tessili. Al fine di incidere sulle prestazioni ambientali, con il nuovo regolamento si intende fissare percentuali minime obbligatorie di fibre riciclate, così che i prodotti tessili siano più duratori e più facili da riparare e riciclare. Vengono così fissati degli standard di progettazione sostenibile destinati a divenire la norma nell’Unione.

In secondo luogo, il nuovo regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili contiene una serie di obblighi e divieti in relazione alla distruzione dei prodotti invenduti, ivi compresi quelli tessili. Per distruzione dei prodotti si intende, ai sensi del regolamento, non soltanto il prodotto danneggiato, ma anche il suo scarto-rifiuto, con la sola eccezione dei processi di distruzione volti a riutilizzare i materiali del prodotto.

In terzo luogo, sono previste nuove azioni per prevenire il c.d. fenomeno di «greenwashing», altrimenti detto ecologismo di facciata, con cui si indica la pratica di talune imprese di comunicare al pubblico informazioni false o ingannevoli che diano un’immagine positiva di un’impresa o dei suoi prodotti dal punto di vista dell’impatto ambientale. Per contrastare questo fenomeno, la Commissione propone di modificare la direttiva sulle pratiche commerciali sleali[4] e la direttiva sui diritti dei consumatori[5], introducendo nuovi obblighi sulle informazioni da fornire ai consumatori relative alla durabilità e alla riparabilità dei prodotti, sulle condizioni da rispettare per potere fornire ai consumatori autodichiarazioni ambientali generali come « verde », « ecocompatibile » e « rispettoso dell’ambiente », e sulla validità dei marchi di sostenibilità di carattere volontario. Inoltre, la Commissione sta lavorando allo sviluppo di criteri minimi per tutti i tipi di autodichiarazioni ambientali, nell’ambito di una iniziativa ad hoc che sarà presentata nella seconda metà del 2022.

In quarto luogo, la Commissione intende introdurre norme armonizzate sulla responsabilità estesa del produttore per i prodotti tessili. Le nuove norme saranno introdotte nel contesto della revisione della direttiva quadro sui rifiuti nel 2023, tramite un’ecomodulazione delle tariffe. È inoltre previsto che una quota dei contributi ai regimi di responsabilità estesa venga impiegata per le misure di prevenzione dei rifiuti e per la preparazione del riutilizzo.

In quinto luogo, la Commissione intende prevedere nuovi obblighi di informazione ed un passaporto digitale dei prodotti. I nuovi obblighi di informazione riguarderanno le caratteristiche di sostenibilità ambientale dei prodotti, ad esempio, sulla loro composizione fibrosa, sulle sostanze che destano preoccupazione, sulla circolarità e altri aspetti ambientali fondamentali. In relazione a questi obblighi informativi, sarà introdotto un passaporto digitale dei prodotti tessili, nel quale saranno elettronicamente registrate, processate e condivise le informazioni rilevanti. Sia le norme sui nuovi obblighi informativi, che quelle sul passaporto digitale, saranno inserite nel regolamento sulla progettazione ecocompatibile.

Infine, la strategia prevede nuove azioni di contrasto al rilascio accidentale di microplastiche dai prodotti tessili, mediante una serie di misure di prevenzione e riduzione. Queste riguarderanno la progettazione dei prodotti, i processi di fabbricazione, il prelavaggio negli impianti industriali di produzione, l’etichettatura e la promozione dei materiali innovativi. A titolo esemplificativo, una soluzione si appunterà sui filtri delle lavatrici, che possono significativamente ridurre il volume di microplastiche rilasciato nel corso di un lavaggio.

Le novità sopra esposte sono state identificate come le più significative, in termine di impatto per le attività commerciali degli operatori dell’industria tessile, e per l’evoluzione del quadro normativo. Tuttavia, le misure previste per i prodotti tessili sono numerose, e includono iniziative di sostegno alla ricerca, all’innovazione e agli investimenti per facilitare la transizione verde e digitale, allo sviluppo delle competenze necessarie, e al miglioramento della coordinazione e della cooperazione tra le autorità nazionali per la vigilanza del mercato.

Alcune tra le misure previste dalla strategia possono già essere conosciute nel dettaglio, in quanto facenti parte della proposta per il regolamento sulla progettazione ecocompatibile, pubblicato il 30 marzo, mentre per altre bisognerà attendere nuove pubblicazioni della Commissione, come per le norme armonizzate sulla responsabilità estesa del produttore per i prodotti tessili.

Restano da seguire gli sviluppi del processo legislativo per l’adozione del regolamento sulla progettazione dei prodotti sostenibili, e l’adozione delle altre misure previste. La Commissione si attende che, con le nuove proposte, gli operatori ai vari livelli di produzione e distribuzione del settore tessile facciano propri i principi e i modelli imprenditoriali fondati sulla circolarità, al fine di ridurre il proprio impatto ambientale.

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[1] Per maggiori informazioni sul nuovo pacchetto di proposte, si veda il comunicato stampa della Commissione disponibile al seguente LINK.

[2] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale europeo e al Comitato delle Regioni, “Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari”, COM(2022) 141 final del 30.03.2022.

[3] Proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council establishing a framework for setting ecodesign requirements for sustainable products and repealing Directive 2009/125/EC, COM(2022) 142 final del 30.03.2022, il testo è attualmente disponibile solo in lingua inglese.

[4] Direttiva 2005/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 maggio 2005, relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno e che modifica la direttiva 84/450/CEE del Consiglio e le direttive 97/7/CE, 98/27/CE e 2002/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 2006/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio (“Direttiva sulle pratiche commerciali sleali”), GUUE L 149 dell’11.06.2005.

[5] Direttiva 2011/83/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, sui diritti dei consumatori, recante modifica della direttiva 93/13/CEE del Consiglio e della direttiva 1999/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 85/577/CEE del Consiglio e la direttiva 97/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, GUUE L 304 del 22.11.2011.