«Anche se si è conclusa con promesse di impegno e di aggiornamenti normativi, solo con il tempo potremo constatare se i governi si rimboccheranno davvero le maniche e manterranno le loro promesse», dice Cristina Fussi, partner di De Berti Jacchia. «La conclusione eccezionale è stato il Patto per il clima di Glasgow, che ha segnato l’impegno di tutti i paesi a rivedere i loro piani di riduzione delle emissioni nel 2022 per raggiungere l’obiettivo dell’1,5 °C di aumento di temperatura previsto dall’Accordo di Parigi, cui farà seguito una tavola rotonda annuale in cui i paesi presenteranno i loro rapporti sui progressi globali. Con il Patto, il Paris Rulebook è stato completato stabilendo un solido quadro che governa lo scambio di crediti di carbonio dei paesi. Inoltre, è stato raggiunto il primo accordo in assoluto per ridurre gradualmente l’uso di centrali a carbone che non utilizzano tecnologie avanzate di cattura dei residui inquinanti. Poiché questo potrebbe essere costoso per i paesi in via di sviluppo, gli altri paesi si sono impegnati a sostenerli finanziariamente nella transizione dal carbone a fonti più pulite». Proprio di recente lo studio De Berti Jacchia ha presentato il proprio documento di sostenibilità contestualmente al proprio ingresso fra i partecipanti del Gri ( Global Reporting Initiative ). «Siamo fieri di essere il primo studio italiano ad entrare a far parte del Gri, una membership che ci consentirà di approfondire le best practice in tema di sostenibilità posizionandoci all’interno dell’organismo che ha definito gli standard internazionali di rendicontazione più utilizzati ed autorevoli», ha commentato Roberto A. Jacchia, senior partner dello studio. «Potremo navigare all’interno del panorama degli standard-setting di sostenibilità e fare parte della community».
Intervento di Roberto A. Jacchia e Cristina Fussi su ItaliaOggi Sette.