LA CRISI UCRAINA E LE MISURE EUROPEE DI SOSTEGNO PER I RIFUGIATI

marketude Diritto Europeo e della Concorrenza, Marco Stillo, Mobilità, Prospettive, Pubblicazioni, Roberto A. Jacchia, Ucraina e sanzioni internazionali

Dando seguito all’attivazione della Direttiva sulla protezione temporanea per offrire assistenza ai profughi e agli Orientamenti operativi al fine di supportare le guardie di frontiera degli Stati Membri nel gestire efficacemente i flussi di rifugiati in arrivo alle frontiere dell’Ucraina con l’Unione[1], in data 23 marzo 2022 la Commissione ha pubblicato una Comunicazione[2] che illustra le azioni intraprese e sostegno degli Stati Membri. 

La proposta della Commissione trova la sua ratio nel fatto che i cittadini ucraini spinti a lasciare il loro paese contro la loro volontà dovrebbero ricevere nei tempi più solleciti un’assistenza mirata che comprenda, tra le altre, cose, un aiuto a ricollocarsi, informazioni sui diritti loro garantiti nonché aiuti economici a titolo di sostegno sociale o retribuzione.

In primo luogo, l’Unione intende garantire in via prioritaria che i minori che hanno lasciato l’Ucraina a causa dell’invasione russa ricevano una protezione adeguata. Più particolarmente, è necessario garantire il rapido accesso ai loro diritti senza discriminazioni, ivi compresi il sostegno psicosociale, l’assistenza sanitaria e l’istruzione. I minori, pertanto, dovrebbero ricevere informazioni sulla loro situazione adatte alla loro età, fornite da personale formato nel settore minorile, con particolare attenzione nei confronti degli orfani e dei minori non accompagnati o separati dalle loro famiglie. A tale scopo, i coordinatori nazionali in carica nell’ambito delle misure di garanzia europea per l’infanzia[3] avranno un ruolo di rilievo nel catalizzare e coordinare gli sforzi di concerto con le autorità regionali e locali nonché nello scambio delle best practice a livello europeo. I minori non accompagnati, inoltre, dovrebbero venire registrati, e nel caso di quelli separati dalle famiglie le autorità dovrebbero verificare i documenti pertinenti per confermare l’identità del minore nonché il consenso dei genitori.

In secondo luogo, scuole, istituti di istruzione e formazione professionale e strutture per la prima infanzia potrebbero fungere da ponte tra i bambini e i giovani sfollati ed i servizi sociosanitari, aiutando così a creare un senso di comunità. Di conseguenza, la priorità immediata consisterà nell’offrire a questi minori luoghi in cui si sentano al sicuro e possano accedere all’istruzione, per poi affrontare le barriere linguistiche e i traumi psicologici. A tale scopo, i fondi della politica di coesione dell’Unione potranno concorrere al finanziamento di un ampio ventaglio di attività di sostegno dell’integrazione nel sistema di istruzione; la Commissione, pertanto, intende riunire gli Stati Membri perché possano condividere le loro esperienze e meglio individuare le esigenze per portare avanti il percorso d’istruzione dei minori rifugiati, coadiuvandoli nel raccogliere le competenze disponibili in Europa in materia di integrazione minorile nei sistemi scolastici nazionali.

In terzo luogo, la Commissione ha raccomandato agli Stati Membri ospitanti di consentire a coloro che rientrano nell’ambito di applicazione della Direttiva sulla protezione temporanea un ampio accesso alle prestazioni sanitarie e di integrarli nel rispettivo sistema sanitario pubblico, fornendo loro informazioni chiare in merito alle procedure e alle condizioni. Più particolarmente, la Commissione ha istituito un meccanismo di solidarietà per i trasferimenti sanitari all’interno dell’Unione dagli Stati Membri confinanti con l’Ucraina, i cui sistemi sanitari sono sotto pressione[4], e ha invitato questi ultimi ad avvalersi pienamente delle nuove procedure operative standard per i trasferimenti sanitari utilizzando il sistema di allarme rapido e reazione (Early Warning and Response System, EWRS)[5].

In quarto luogo, la Commissione ha incoraggiato gli Stati Membri ad adottare misure per assistere i rifugiati ad esercitare sollecitamente il loro diritto al lavoro e alla formazione professionale e ad informarli adeguatamente in merito. A tal proposito, la Commissione ha raccomandato loro di interpretare i diritti conferiti dalla Direttiva sulla protezione temporanea per accedere al mercato del lavoro dell’Unione nel modo più ampio possibile, applicando eccezioni alla libera circolazione nel mercato interno solo in circostanze debitamente giustificate. Parallelamente, la Commissione sta elaborando, da un lato, nuovi orientamenti per facilitare il riconoscimento delle qualifiche professionali ottenute in Ucraina e, dall’altro lato, esplorando le possibilità offerte dalle credenziali digitali europee per l’apprendimento per rilasciare diplomi in formato digitale a coloro che non dispongono dei documenti necessari essendo fuggiti dalla guerra.

Le persone in fuga dall’Ucraina, infine, hanno bisogno di trovare immediatamente una sistemazione abitativa. La nuova iniziativa “case sicure” sosterrà i cittadini europei che mettono a disposizione spazi abitativi aderendo alle iniziative già intraprese da alcuni Stati Membri e operatori regionali e locali, valorizzando al massimo l’uso dei fondi europei e mobilitando finanziamenti mirati e risorse online. Gli Stati Membri, inoltre, sono incoraggiati a collaborare, attraverso la piattaforma di solidarietà istituita per coordinare il sostegno agli Stati che ne necessitano, per facilitare gli ulteriori spostamenti delle persone in fuga dalla guerra, istituendo collegamenti di trasporto tra i principali punti di arrivo, transito e destinazione.

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[1] Per ulteriori informazioni si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.

[2] Com. Comm. COM(2022) 131 final del 23.03.2022, Accoglienza delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina: l’Europa si prepara a rispondere alle esigenze.

[3] Com. Comm. COM(2021) 142 final del 24.03.2021, Strategia dell’UE sui diritti dei minori.

[4] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.

[5] L’ERWS consente agli Stati membri di inviare segnalazioni di eventi con un potenziale impatto sull’Unione europea, di condividere informazioni e di coordinare la loro risposta. Le segnalazioni di minacce transfrontaliere per la salute sono condivise nel sistema di allarme rapido e di reazione e valutate dall’ECDC, mentre il coordinamento della preparazione e della pianificazione della risposta avviene nell’ambito del comitato per la sicurezza sanitaria.