In data 26 gennaio 2022, la Commissione ha proposto al Parlamento Europeo e al Consiglio di emanare una Dichiarazione sui diritti e i principi digitali[1] che, da un lato, rappresenti il punto di riferimento sul tipo di trasformazione digitale che l’Europa intende perseguire e, dall’altro, fornisca una guida ai responsabili politici e alle imprese per quanto riguarda le nuove tecnologie.
La Dichiarazione trova la sua ratio nel ruolo sempre più forte che le tecnologie digitali stanno assumendo nella vita di tutti i giorni. I progressi tecnologici emergenti in settori quali, tra gli altri, l’intelligenza artificiale (IA), l’analisi dei dati, la robotica, l’Internet delle cose (Internet of Things, IoT)[2] e la loro integrazione in modelli imprenditoriali e servizi quotidiani, infatti, non solo hanno contribuito a trasformare l’organizzazione dell’economia e della società, e bensì sono stati cruciali per il mantenimento della vita sociale ed economica durante la pandemia del coronavirus, che ne ha ulteriormente incrementato l’utilizzo evidenziandone le enormi opportunità. La crescente disponibilità di nuove tecnologie e dati digitali, tuttavia, comporta anche rischi indesiderati che possono avere conseguenze di vasta portata tanto per i cittadini, quanto per i valori fondamentali della società europea.
E’ in questo contesto che, sulla base, da un lato, della la c.d. “Bussola per il digitale 2030”, la nuova strategia europea per realizzare la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030 in un mondo aperto e interconnesso attraverso politiche che conferiscano ai cittadini e alle imprese l’autonomia e la responsabilità necessarie per un futuro sostenibile e più prospero[3], e, dall’altro, delle precedenti iniziative del Consiglio quali, tra le altre, la Dichiarazione di Tallinn sull’e-government[4] e la Dichiarazione di Berlino sulla società digitale e su una governance digitale fondata sui valori[5], la Commissione intende promuovere un modello europeo per la transizione digitale sicuro, inclusivo, aperto che metta al centro le persone.
Più particolarmente, la Dichiarazione è suddivisa in 6 capitoli.
Il Capitolo I riguarda la centralità delle persone nella trasformazione digitale, proponendo di porre la tecnologia al servizio e a beneficio di tutti gli europei mettendoli in condizione di perseguire le loro aspirazioni in sicurezza e nel pieno rispetto dei loro diritti fondamentali tramite, tra le altre cose, le misure necessarie per garantire che i valori dell’Unione e i diritti individuali ivi riconosciuti siano rispettati online così come offline, nonché un’azione responsabile e diligente da parte di tutti gli attori, pubblici e privati, nella direzione di un ecosistema digitale sicuro e protetto.
Il Capitolo II riguarda la solidarietà e l’inclusione, che dovrebbero caratterizzare il nuovo modello di trasformazione digitale, garantendo a tutti i cittadini europei i) l’accesso alla connettività ad alta velocità a prezzi accessibili, ii) l’istruzione, la formazione e l’apprendimento permanente, in modo tale da consentire l’acquisizione delle competenze digitali, sia di base che avanzate, iii) condizioni di lavoro eque, giuste, sane e sicure ed una protezione adeguata nell’ambiente digitale come nel luogo di lavoro fisico, indipendentemente dalla situazione occupazionale nonché dalle modalità o dalla durata dell’occupazione, e iv) l’accesso a tutti i servizi pubblici principali online in tutta l’Unione in condizioni di parità.
Il Capitolo III, invece, propone di mettere ogni persona nelle condizioni di godere dei benefici offerti dalle IA e di scegliere in effetti quali servizi online utilizzare sulla base di informazioni obiettive, trasparenti e affidabili, rimanendo al contempo al riparo dai rischi e dai danni alla salute, alla sicurezza e ai diritti fondamentali attraverso, da un lato, una maggiore trasparenza dell’uso degli algoritmi e, dall’altro, garanzie che i sistemi digitali e di IA vengano utilizzati nel pieno rispetto dei diritti fondamentali delle persone e non per predeterminarne le scelte.
Il Capitolo IV propone di garantire ad ogni persona l’accesso ad un ambiente online affidabile, sicuro, diversificato e multilingue nonché la relativa liberà di espressione ed i mezzi necessari per conoscere chi possiede o controlla i servizi mediatici utilizzati. Di conseguenza, le grandi piattaforme online dovrebbero attenuare i rischi derivanti dal funzionamento e dall’uso dei loro servizi adottando misure volte a contrastare i contenuti illegali, di intensità proporzionale al danno che potrebbero causare, oltre a creare un ambiente online in cui le persone siano protette dalla disinformazione e da altri contenuti dannosi.
Il Capitolo V è incentrato sulla sicurezza e la protezione degli utenti. Nello specifico, ogni persona dovrebbe avere accesso a tecnologie, prodotti e servizi digitali che siano sicuri e protetti e tutelino la vita privata fin dallo stadio della progettazione, con il diritto, da un lato, ad un maggior controllo su come i dati personali online siano utilizzati e con chi siano condivisi e, dall’altro, quello alla riservatezza delle comunicazioni e delle informazioni sui propri dispositivi elettronici.
Il Capitolo VI, infine, mira a garantire un modello digitale sostenibile, in cui i prodotti e i servizi siano progettati, prodotti, utilizzati, smaltiti e riciclati in modo tale da ridurre al minimo il loro impatto negativo a livello ambientale e sociale promuovendo così l’economia circolare.
Il progetto di dichiarazione dovrà ora essere discusso dal Parlamento e dal Consiglio, per poi essere approvato, verosimilmente, nella seconda metà del 2022.
[1] Com. Comm. COM(2022) 28 final del 26.01.2022, Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale.
[2] Tale espressione fa riferimento all’estensione di internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti.
[3] Per ulteriori informazioni si veda il nostro precedente contributo, disponibile al seguente LINK.
[4] Disponibile al seguente LINK.
[5] Disponibile al seguente LINK.