SEMICONDUTTORI E SOVRANITÀ DIGITALE EUROPEA. LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE PER UN NUOVO EUROPEAN CHIPS ACT

marketude Diritto Europeo e della Concorrenza, Marco Stillo, Prodotti e Attrezzature industriali, Prospettive, Pubblicazioni, Roberto A. Jacchia

In data 19 ottobre 2021, la Commissione ha presentato il proprio programma di lavoro per il 2022[1] riaffermando, tra le altre cose, la volontà di adottare una nuova legge europea sui semiconduttori (c.d. “European Chips Act”) al fine di promuovere un ecosistema all’avanguardia e potenziare la capacità innovativa, la sicurezza dell’approvvigionamento e lo sviluppo di nuovi mercati per le tecnologie dell’Unione.

Annunciata per la prima volta in data 15 settembre 2021[2], la proposta trova la sua ratio nel fatto che, anche a causa della pandemia del coronavirus, sebbene la domanda mondiale di semiconduttori[3] sia esponenzialmente aumentata, la quota europea dell’intera catena del valore, dalla progettazione alla capacità di produzione, si è ridotta, rendendo l’Unione fortemente dipendente dalle fonti di approvvigionamento asiatiche. La proposta mira a ripristinare la centralità dell’Unione nel settore integrando le iniziative a livello nazionale in una strategia comune europea che prevenga la frammentazione della domanda e assicuri la continuità delle forniture che assicurano gli obiettivi di politica digitale comune.

Più particolarmente, la proposta riprende gli obiettivi dell’alleanza per i processori e le tecnologie dei semiconduttori varata in data 19 luglio 2021[4], muovendosi in tre direzioni.

In primo luogo, sono previsti investimenti di risorse ed energie nella ricerca, che costituisce il principale punto di forza dell’Unione nella catena del valore globale dei semiconduttori e che dovrà fare tesoro del lavoro finora svolto dagli istituti e organismi di ricerca nazionali[5]. In secondo luogo, verrà delineato un piano per potenziare la capacità produttiva dell’Unione attraverso, da un lato, il monitoraggio costante delle catene di approvvigionamento industriali e, dall’altro, una maggiore resilienza nella progettazione, produzione, imballaggio, nonché la costruzione di fabbriche in grado di produrre grandi volumi di chip altamente qualificati ed efficienti. Infine, verrà declinata una strategia per diversificare le catene di approvvigionamento europee al fine di ridurre l’eccessiva dipendenza da un singolo Stato o regione. Più particolarmente, mentre l’Unione continuerà ad accogliere con favore gli investimenti esteri che contribuiscono ad aumentarne la capacità di produzione, la proposta di legge creerà le condizioni necessarie per preservare la sicurezza delle forniture europee, anche tramite l’eventuale istituzione di un Fondo europeo per i semiconduttori.

La proposta della Commissione rappresenta il primo passo verso l’approvazione dell’European Chips Act, attualmente prevista per il 2° trimestre del 2022. Nei prossimi mesi sono attesi nuovi sviluppi che, tra le altre cose, potrebbero includere una consultazione pubblica per raccogliere le opinioni degli stakeholders, sulla base delle quali la Commissione potrà eventualmente emendare la proposta per renderla più conforme alle esigenze del mercato.

Last but not least, la proposta della Commissione presenta una forte valenza geopolitica, in quanto la disponibilità di approvvigionamenti a medio e lungo termine sufficienti e sicuri di semiconduttori costituisce un elemento imprescindibile della sovranità digitale europea.

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[1] Com. Comm. COM(2021) 645 final del 19.10.2021, Programma di lavoro della Commissione per il 2022- Insieme per un’Europa più forte.

[2] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.

[3] Per “semiconduttori” si intendono quei chip che consentono il funzionamento di una vasta gamma di beni e oggetti, quali smartphone, scooter, monopattini elettrici, componenti aerospaziali e aeronautici, componenti destinati alle reti energetiche, autoveicoli, strumenti diagnostici, e treni.

[4] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.

[5] Quali, tra gli altri, Fraunhofer in Germania, IMEC in Belgio e LETI/CEA in Francia.