LA BATTAGLIA DEI NOMI CHAMPAGNE VS CHAMPANILLO PROSECCO VS PROSEK

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A prima vista possono apparire due casi simili. In realtà, pur con una matrice comune (la denominazione), si tratta di due fattispecie distinte. La prima riguarda il caso giunto avanti la Corte UE a seguito di un contenzioso promosso dal Comitat lnterprofessionnel du Vin Champagne (“CIVC”) – l’organismo che tutela i produttori di Champagne – contro l’utilizzo del nome Champanillo da parte di una catena spagnola di tapas bar che, sulla propria insegna, utilizzava come logo due coppe riempite di una bevanda spumante. La seconda fattispecie riguarda invece la decisione della Commissione europea di procedere alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione, da parte della Croazia, della denominazione Prosek come STG, Specialità Tradizionale Garantita. Andiamo con ordine. Nella querelle Champagne/Champanillo, CIVC aveva chiesto che fosse vietato l’uso del termine Champanillo (“piccolo Champagne” in spagnolo) per violazione della DOP Champagne e nonostante che, in questo caso, l’utilizzo del termine fosse riferito a servizi (di ristorazione) e non al prodotto in sé. Dopo una prima decisione del Tribunale di prima istanza sfavorevole al CIVC, l’Audiencia provincial de Barcelona aveva portato avanti la Corte di Giustizia Europea la questione, chiedendo alla stessa di pronunciarsi in via pregiudiziale circa l’interpretazione del diritto dell’Unione in materia di tutela dei prodotti coperti da denominazione di origine protetta (DOP), nella fattispecie in oggetto in cui il termine in conflitto “CHAMPANILLO” veniva utilizzato per designare non dei prodotti ma dei servizi

Articolo di Barbara Calza pubblicato su Ristorazione Italiana Magazine

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