ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE NEL MERCATO DEI SOCIAL NETWORK. LA FTC DI NUOVO CONTRO FACEBOOK

marketude Contenzioso, IT e TMT, Marco Stillo, Pubblicazioni, Roberto A. Jacchia, Società

In data 19 agosto 2021, la Commissione Federale per il Commercio statunitense (Federal Trade Commission, FTC) ha presentato una nuova denuncia[1] contro Facebook presso la Corte Distrettuale del Columbia District per aver violato la normativa antitrust abusando della propria posizione dominante nel mercato dei social network ed ostacolando la concorrenza tramite l’acquisizione di Instagram e di WhatsApp. Si tratta della seconda denuncia presentata dall’autorità statunitense di concorrenza nei confronti di Facebook negli ultimi 9 mesi. Già in data 8 dicembre 2020, la FTC aveva richiesto[2] alla Corte di imporre a Facebook la cessione delle due piattaforme. Il giudice, tuttavia, aveva respinto[3] tale richiesta per insufficienza di prove, concedendo la possibilità di modificare il contenuto della denuncia entro il 19 agosto 2021. La nuova denuncia ripercorre l’impianto accusatorio precedente, adducendo nuovi dati e prove che dimostrerebbero il monopolio di Facebook nel mercato dei social network e l’abuso della propria posizione dominante con lo scopo o l’effetto di eliminare i potenziali concorrenti. Questi i fatti. Grazie soprattutto al controllo di due dei network più diffusi e redditizi al mondo[4], Facebook detiene il monopolio del mercato dei social media personali negli Stati Uniti, che è protetto da elevate barriere all’ingresso quali, tra le altre, forti effetti di rete[5]. Con l’emergere degli smartphone e dell’internet mobile intorno al 2010, Facebook aveva incontrato diverse difficoltà nel trasporre il suo modello di “social ads[6] sui dispositivi mobili, così riconoscendo che tale transizione rappresentava una sfida fondamentale. Di conseguenza, Facebook aveva messo a punto una strategia per mantenere la sua posizione dominante acquisendo le società emergenti che avrebbero potuto rappresentare una minaccia alla propria posizione di monopolio. Facebook aveva inizialmente cercato di competere con Instagram investendo notevoli risorse nello sviluppo di una propria app per la condivisione di contenuti multimediali (“Snap”). A causa dei limitati risultati riscontrati, tuttavia, Facebook aveva iniziato a temere non solo l’affermarsi di un Instagram indipendente, e bensì anche un Instagram che avrebbe potuto venire acquistato da un diverso acquirente[7], focalizzandosi sempre più su una prospettiva di acquisizione piuttosto che di competizione. In data 9 aprile 2012 Facebook aveva annunciato di aver raggiunto un accordo per acquisire Instagram per 1 miliardo di dollari, neutralizzando così un pericoloso competitor sul mercato dei social network personali. Dopo aver acquisito Instagram, Facebook aveva identificato WhatsApp, che dopo aver raggiunto un vasto successo in Asia e in Europa stava diventando sempre più popolare anche negli Stati Uniti, come la minaccia più significativa per quanto riguardava la possibilità che un’app che offriva servizi di messaggistica mobile entrasse nel mercato dei social network introducendo nuove funzionalità oppure lanciando un’app indipendente. Nel tentativo di neutralizzare questo nuovo ostacolo alla sua leadership nel mercato dei social network, nel 2014 Facebook aveva deciso di acquisire anche WhatsApp, limitandone i servizi alla messaggistica mobile nonché la visibilità negli Stati Uniti piuttosto che consentire ad essa di diventare un provider concorrente. Le acquisizioni, tuttavia, non erano in grado, da sole, di eliminare ogni possibile minaccia competitiva. Di conseguenza, Facebook aveva iniziato a porre in essere una serie di condotte anticoncorrenziali progettate per proteggere la sua posizione di leadership limitando i margini di operatività dei players che avrebbero potuto insidiare il suo monopolio. Più particolarmente, Facebook richiedeva agli sviluppatori che cercavano di utilizzare la sua piattaforma e di accedere alle sue interfacce di programmazione delle applicazioni (Application programming interfaces, API)[8] più significative di accettare restrizioni contrattuali che ne limitavano fortemente le attività quali, tra le altre, un obbligo di non concorrenza nonché di non assistere eventuali competitors, la cui violazione comportava l’interruzione della possibilità di servirsi delle API. Facebook, pertanto, aveva secondo la denuncia della FTC consapevolmente limitato gli incentivi degli sviluppatori di app dissuadendoli dallo sviluppare funzionalità concorrenti o dal supportare social network concorrenti. La sua condotta aggressiva mirava a veicolare il messaggio che un’eventuale concorrenza avrebbe comportato enormi svantaggi per gli sviluppatori. Secondo la FTC, l’acquisizione e il controllo di Instagram e WhatsApp da parte di Facebook rimane in grado di neutralizzare una minaccia significativa al suo monopolio nel mercato dei social network, attraverso strumenti diversi da una concorrenza basata sui meriti. Questa condotta non solo priva gli utenti dei vantaggi che l’esistenza di piattaforme indipendenti porterebbe alla concorrenza, e bensì innalza anche un’ulteriore barriera che scoraggia l’ingresso di nuovi competitors nel mercato di riferimento. In questo modo, Facebook ha danneggiato e continua a danneggiare la concorrenza limitando e sopprimendo quella che avrebbe altrimenti dovuto affrontare nella fornitura di social network personali. Gli utenti, pertanto, vengono tanto privati dei vantaggi della concorrenza relativi ai social network personali[9] quanto danneggiati dalla mancanza di vincoli competitivi sufficienti su Facebook. Facebook ha ora tempo fino al 4 ottobre 2021 per rispondere alla nuova denuncia della FTC che, laddove avesse esito positivo, potrebbe non solo dar luogo ad una svolta epocale nel mercato dei social network, e bensì anche riscrivere un capitolo sempre più centrale della normativa e della storia antitrust statunitense.

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[1] Disponibile al seguente LINK.

[2] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.

[3] Per ulteriori informazioni si veda il seguente LINK.

[4] Ossia Facebook e Instagram.

[5] Poiché un social network acquista valore per un utente quando i suoi amici e familiari sono già membri, un nuovo provider incontra notevoli difficoltà nell’attrarre una base di utenti sufficiente per competere con Facebook.

[6] Per “social ads” si intende una tipologia di pubblicità interattiva basata su inserzioni che viene veicolata esclusivamente all’interno di social networks e communities.

[7] Come Google, Apple o Twitter.

[8] Le API sono applicazioni che, mediante modalità standard, espongono le funzionalità di altre applicazioni, consentendo di riutilizzare i servizi resi disponibili che possono a loro volta comporsi e scomporsi in base alle diverse necessità.

[9] Quali, gli altri, una maggiore innovazione, miglioramenti qualitativi nonché la possibilità di scegliere tra diversi prodotti.