«Le aziende debbono quindi proteggere i propri dati, che costituiscono degli asset in senso economico, da difendere dai sempre più frequenti e sofisticati attacchi informatici, furti di dati e data breach», spiega Roberto Jacchia, senior partner di De Berti Jacchia, «tutte le imprese, con maggiore o minore dedicazione di risorse, tendono a introdurre delle precise procedure e protocolli, in cui convergono la prospettiva tecnica dell’IT officer, quella del Data Protection Officer e quella del responsabile legale e della compliance. Le aziende sono interessate a gestire gli oneri e le complessità che conseguono ad un data breach, sia come obblighi di segnalazione sia come misure tecniche d’emergenza. La preoccupazione è legata alla perdita di reputazione e di fiducia da parte dei terzi che affidano i loro dati all’azienda, con esposizione a richieste di danni. Inoltre, è quasi sempre necessario supporto legale per presentare denunce ed esposti, richiedere indennizzi assicurativi, valutare la posizione dell’azienda sotto il profilo della compliance in materia di dati personali, o gestire situazioni di crisi al confine della materia penale. Infine occorre gestire, anche dal punto di vista legale, i provvedimenti delle autorità regolatorie (e le eventuali sanzioni) a carico di chi ha mostrato lacune nella difesa da attacchi informatici»…
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