Guido Callegri, partner di De Berti Jacchia Franchini Forlani apprezza il fatto che il legislatore «si sia sforzato di richiedere e definire la buona fede del segnalante: il whistleblowing, infatti, può costituire un’arma micidiale per segnare le sorti professionali (e non solo) di un dipendente pubblico o privato. Ho anche notato le modificazioni alla legge 231 che impongono alle società di adeguare il modello organizzativo ai dettami della nuova legge. Con un meccanismo tecnico-giuridico non nuovo – ha continuato l’avvocato – il legislatore ha presunto la natura ritorsiva di misure e provvedimenti in genere adottati nei confronti del segnalante successivamente alla segnalazione. La norma sembrerebbe basarsi sull’ovvio. Mi preoccuperebbe, tuttavia, una totale deresponsabilizzazione, sul piano dei fatti, del segnalante».
Italia Oggi 7