Roma, 26 ottobre 2015 – Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Consorzio Imballaggi Alluminio (CIAL) proposto contro il decreto adottato nel 2013 dal Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico che approvava lo schema tipo che ciascun Consorzio costituito per la gestione dei singoli imballaggi avrebbe dovuto adottare entro una data prefissata.
Il CIAL ha ritenuto che il decreto contenesse disposizioni di governance particolarmente stringenti, tali da comprimere l’autonomia gestionale del consorzio, munito di personalità giuridica di diritto privato e necessariamente retto da principi di efficienza, efficacia, economicità, trasparenza e libera concorrenza, così come previsto sia dalla normativa Europea che da quella nazionale.
Il TAR del Lazio, con una sentenza del 2014, aveva statuito che lo schema di statuto, così come disegnato dal decreto ministeriale, fosse legittimo; l’ingerenza dei pubblici poteri nella regolamentazione del consorzio trovava giustificazione nelle esigenze di tutela ambientale e della salute.
Il Consiglio di Stato, in totale riforma della sentenza del TAR Lazio, ha ritenuto che la scelta legislativa di attribuire ai consorzi personalità giuridica di diritto privato, andasse letta nella volontà di sottrarli alle regole organizzative proprie delle pubblica amministrazioni con la conseguenza che la disciplina organizzativa di tali consorzi potesse e dovesse essere integrata da correttivi “strettamente necessari al perseguimento degli interessi generali predeterminati dalla legge”, in un “rapporto di reciproca autonomia e nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale sancito dall’art.118, comma 4, Costituzione”.
Lo schema di statuto tipo adottato dai Ministeri non rispondeva a tali principi, in quanto comprimeva eccessivamente l’autonomia negoziale spettante ai consorzi. A seguito dell’accoglimento del ricorso proposto da CIAL, ed al conseguente annullamento del decreto impugnato, i Ministeri dovranno ripensare alla struttura del nuovo schema tipo e ridisegnarlo alla luce degli insegnamenti contenuti nella sentenza del Consiglio di Stato.
Lo studio legale De Berti Jacchia Franchini Forlani ha operato con un team composto dai partner Antonella Terranova e Fabio Ferraro della sede di Roma e Gianni Forlani della sede di Milano.
NELLA STAMPA
TopLegal – CDS, DE BERTI JACCHIA OTTIENE L’ACCOGLIMENTO DEL RICORSO PER CIAL