«L’assestamento in atto era inevitabile per un mercato che è cresciuto rapidamente», commenta Michelangelo Cicogna, responsabile dello studio moscovita di De Berti Jacchia Franchini Forlani, «ma i fondamentali restano solidi. Dal punto di vista produttivo, il mercato russo premia gli investitori stranieri che non attuano strategie mordi e fuggi, ma mostrano di avere una seria volontà di crescere portando nel paese know how e garantendo posti di lavoro».
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